“Su tutte le imprese colpite dal terremoto, direttamente o indirettamente, sta per abbattersi la condanna dei pagamenti obbligatori. Il Governo ha infatti confermato che il 16 dicembre, cioè tra pochi giorni, se non si potranno documentare di aver subito danni diretti, dovranno pagare tasse e contributi per intero, fino all’ultimo euro”. Lo ha dichiarato Ivan Malavasi, Presidente Nazionale della CNA.
“Dalle nostre stime il 40% delle imprese localizzate nel cratere sono rimaste danneggiate e, nel 20%, purtroppo si tratta di danni a lungo termine. Accanto a ciò, in moltissimi casi – ha proseguito Malavasi – il fermo produttivo con relativa di perdita di fatturato, è stato di almeno 2 mesi. L’area del modenese, ad esempio, oggi vede richieste di cassa integrazione per 29 mila lavoratori su 39 mila. Un indicatore inequivocabile del calo pesante del Pil provinciale che verrà registrato a fine 2012. Un ragionamento analogo va fatto per tutti i territori colpiti, da Bologna a Reggio Emilia, da Mantova a Rovigo”.
“La CNA, insieme a Rete Imprese Italia – ha sottolineato Malavasi – non mai chiesto di ridurre gli importi dovuti. Ha chiesto, invece, più e più volte, in molte sedi istituzionali e sui giornali, di allungare i periodi di rateizzazione, portandoli da diciotto mesi a dieci anni per coloro che hanno subito danni diretti e a cinque anni per chi ha avuto solo danni indiretti”.
“Tranquillizziamo gli europeisti con i paraocchi. Allungare i tempi di pagamento non è aiuto di Stato. Stiamo parlando di imprese e di un tessuto produttivo che è stato colpito duramente e che ha saputo reagire, dando prova di serietà, di coraggio e di spirito di sacrificio. Una parte dell’Italia sicuramente importantissima per il contributo al Pil e per quanto garantisce ogni anno al sistema fiscale e al sistema contributivo”.
“Non vogliamo fare polemiche inutili – ha concluso Malavasi – ricordando che mai in condizioni simili, cioè di fronte a terremoti, ci si è comportati in questo modo. Non vogliamo chiedere e non chiederemo la luna. Chiediamo che lo Stato, in questo clima generale di sfiducia e di lontananza dalle istituzioni, faccia il primo passo per riannodare i fili della convivenza civile. La CNA non lascerà nulla di intentato per impedire che un grandissimo territorio veda messo in pericolo il primato che gli spetta nel nostro Paese e nel mondo”.