Artigiani e commercianti in piazza, con le cinque associazioni che aderiscono a Rete Imprese Italia, per la prima volta insieme per una manifestazione, a Roma. “Siamo 60mila, arrivati da tutt’Italia”, stima l’organizzazione. “Senza impresa non c’è l’Italia. Riprendiamoci il futuro”, è lo slogan: “Vogliamo che il 2014 diventi l’anno di svolta”.
“Il prossimo governo ed il Parlamento devono prendere atto di questa grande forza, dell’enorme malessere, delle difficoltà che vivono le nostre imprese e devono cambiare registro” chiede il presidente di turno e portavoce di Rete Imprese Italia, Marco Venturi.
La mobilitazione nazionale, che segue di appena pochi giorni la ‘marcia dei 40mila’, iniziativa web accompagnata dai flash mob di Confindustria, segnala un fenomeno in atto, la rivolta ‘pacifica delle imprese, dell’economia reale.
I numeri sono da brivido: negli ultimi cinque anni hanno chiuso circa 1.000 aziende ogni giorno, la ricchezza prodotta dall’Italia e’ diminuita del 9%, la disoccupazione e’ raddoppiata, passando dal 6,4% al 12,7% per un totale di 1,2 milioni di disoccupati in piu’. Nel frattempo la pressione fiscale ha raggiunto il 44,3% del Pil (e restera’ sopra il 44% per molto tempo) mentre quella “legale” (su ogni euro di Pil dichiarato) si aggira intorno al 54%. La burocrazia costa alle Pmi 30 miliardi di euro l’anno e il credito e’ in calo dal 2011. La piccola impresa, che rappresenta il 94% del tessuto produttivo dell’Italia e ne e’ il principale motore contribuendo per il 62% al valore aggiunto, chiede al governo ”subito un cambio di rotta e risposte concrete per uscire da una crisi che ha colpito duramente. Stavolta davvero la pazienza e’ finita”.