Energia. Rete Imprese Italia: “Oneri impropri e fisco iniquo fanno salire il prezzo della bolletta per le Mpmi. E le rendono meno competitive”
“L’eccessivo costo dell’energia soffoca le micro, le piccole e le medie imprese, che non possono continuare a sostenere il peso dei sussidi incrociati e dell’iniqua distribuzione del carico fiscale. E’ in gioco la loro competitività. E’ in gioco la loro sopravvivenza”. Lo ha affermato Ivan Malavasi, presidente di Rete Imprese Italia, intervenendo alla Indagine conoscitiva sui costi dell’elettricità e del gas come fattore strategico per la crescita del sistema produttivo del Paese indetta dalla 10a Commissione Industria del Senato.
“E’ noto che la bolletta energetica in Italia è tra le più pesanti d’Europa – ha sottolineato Malavasi – e ciò è dovuto soprattutto a un mercato liberalizzato ma non efficiente, a una fiscalità energetica elevata, al crescente peso degli oneri generali di sistema. In particolare, sul fronte dell’elettricità, i prezzi del mercato libero risultano più alti del 20% rispetto a quelli del mercato tutelato. Non solo. Sulle piccole e medie imprese grava il 74% della contribuzione agli oneri di sistema, vale a dire circa 10 miliardi sui 13,7 miliardi complessivi. Infine, le grandi imprese energivore, a fronte di consumi elettrici pari al 18% del totale nazionale, contribuiscono al gettito fiscale per appena il 3% mentre per gli altri consumatori la tassazione è sei volte tanto”.
“Nel settore del gas – ha aggiunto Malavasi – Rete Imprese Italia evidenzia che l’assenza di una vera Borsa Gas ha di fatto penalizzato le imprese a minor consumo, che pertanto rimangono ancorate a prezzi mediamente più alti rispetto alle concorrenti europee. Come se non bastasse, la recente rimozione dei meccanismi di tutela del prezzo espone le imprese a nuovi aumenti dei costi”. “Rete Imprese Italia chiede allora – ha affermato Malavasi – che, in attesa di provvedimenti strutturali e complessivi, l’attenzione del Governo e del Legislatore si concentri con urgenza su chi è ingiustamente penalizzato, alleggerendo l’attuale aggravio. Nel lungo periodo, bisogna rivedere complessivamente il sistema impositivo, correggendo l’impostazione attuale che premia chi più consuma e penalizza chi risparmia e investe in efficienza. Occorre, inoltre, persistere nell’attività di potenziamento delle infrastrutture che consentono l’ingresso del gas in Italia, in quanto la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e una gestione più efficiente del gas stoccato rappresentano – ha concluso Malavasi – l’unica via per garantire, in futuro, approvvigionamenti di gas sicuri ed economici”.